Orihime (la stella Vega) e Hikoboshi (la stella Altair) brillano ai due lati del fiume celeste Amanogawa (la Via Lattea), nei cieli estivi del Giappone. Crediti: Shingo Takei

La festa dell’estate

Arriva il Tanabata!

Oggi raccontiamo una storia sul cielo che ci porterà a fare un viaggio nell’estremo oriente, fino al meraviglioso Giappone. Perché nel paese del Sol Levante il 7 luglio si celebra il Tanabata, la festa dell’estate, degli innamorati e delle stelle! Il tutto ha le radici in un’antica leggenda giapponese, nota come il mito della Tessitrice e del Pastore.

C’era una volta una principessa, figlia di Tentei, il Re del Cielo. Il suo nome era Orihime (che noi identifichiamo con la stella Vega nella Lira), ed era una abilissima tessitrice. Ogni giorno si sedeva in riva al fiume Amanogawa, il Fiume dei Cieli (come i giapponesi chiamano la Via Lattea), e produceva tele e stoffe di incredibile bellezza. Orihime però era triste, perché il suo duro lavoro la impegnava costantemente, e non riusciva a incontrare nessuno di cui potesse innamorarsi.

Un giorno vide passare sull’altro lato del fiume un giovanotto, Hikoboshi (a noi noto come la stella Altair nell’Aquila), che conduceva il suo bue ad abbeverarsi. Orihime se ne innamorò perdutamente, ed era corrisposta dal giovane. Tentei acconsentì a farli incontrare, e i due amanti si sposarono. Il loro amore era però così intenso che Orihime smise di tessere, e Hikoboshi lasciò il suo bue libero di vagare per i cieli, causando ogni genere di problemi. Tentei si infuriò, e si vide costretto a separare i due giovani, esiliandoli sui due lati del fiume Amanogawa e impedendo loro di incontrarsi.

Orihime e Hikoboshi si incontrano sul ponte delle gazze, Palazzo d’Estate, Pechino

Orihime divenne però triste e amareggiata, e le sue lacrime commossero il padre: questi decise così che Orihime e Hikoboshi potevano incontrarsi una volta ogni anno, nel settimo giorno del settimo mese del calendario, se Orihime avesse finito la sua tela. Quando i due si presentarono per il primo appuntamento si accorsero che però non c’era un modo per attraversare il fiume, e piansero così tanto che uno stormo di gazze si offrì di creare un ponte con le loro ali, per permettere ai due innamorati di incontrarsi. Si dice che se piove durante il giorno di Tanabata allora le gazze non possono creare il ponte, e i due amanti devono quindi aspettare un altro anno. Per questo motivo la pioggia di quel giorno viene chiamata “le lacrime di Orihime e Hikoboshi”.

Questa è solo una delle molte decine di versioni che esistono di questo mito, le cui tracce più antiche risalgono addirittura a 2600 anni fa nella letteratura classica cinese. Il festival dedicato ai due amanti in Cina viene chiamato Festival Qixi, la Notte dei Sette, il Festival delle Gazze e tanti altri. In giappone arrivò nel 755, e lo ritroviamo anche nelle Coree e in Vietnam.

La data del festival dipende un po’ da regione a regione, perché l’antica tradizione del “settimo giorno del settimo mese” si riferisce al calendario lunisolare tradizionale del Giappone e della Cina antica. Alcune città, come Hiratsuka e Tokyo, hanno adottato una data gregoriana fissa (appunto il 7 luglio), mentre altri mantengono la tradizione lunisolare (per la quale quest’anno il Tanabata cade il 4 agosto), come a Sendai dove c’è il festival più famoso del paese.

Bambù ricoperto di tanzaku e decorazioni a Sendai, durante il Tanabata. Crediti: JenJ_Payless

Per festeggiare e favorire l’incontro delle due stelle si realizzano origami di carta, che sono tradizionalmente di sette tipi e sette colori diversi: ci sono le semplici strisce (Tanzaku, con desideri e auguri scritti a mano), le gru (Orizuru, augurio di lunga vita), le borse (Kinchaku, ricchezza), le reti (Toami, pesca abbondante), il sacco di rifiuti (Kuzukago, pulizia) e le maniche a vento (Fukinagashi, abilità nel tessere). Il tutto viene appeso a lunghi bastoni di bambù, che decorano le città giapponesi nei giorni che portano alla festa. La notte successiva al Tanabata gli alberi-desiderio decorati vengono gettati in un fiume o incendiati, come offerta ai due amanti in cambio di abilità nell’artigianato e buona sorte.

Il Tanabata è solo una delle centinaia di feste create dall’uomo che traggono ispirazione dai cicli stagionali e dai miti ambientati nella volta celeste. Ne abbiamo una versione anche noi qui in Italia, anche se meno colorata e più mangereccia: è il ferragosto, contrazione di “Feriae Augusti”, il riposo di Augusto. La festa fu istituita dall’omonimo imperatore nel 18 a.C. e cadeva il 1° agosto, ma ha radici ancora più antiche: è la festa del raccolto, al termine del quale finalmente ci si godeva il meritato riposo, gli animali da tiro venivano agghindati (come nel Palio dell’Assunta che si svolge a Siena il 16) e si mangiava ai quattro palmenti. Fu la Chiesa cattolica a spostare la data al 15 agosto, per farla coincidere con l’Assunzione e proseguire così una tradizione antica di millenni.

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